SCOPO ELETTORALE LA PISTA CICLABILE.
FACCIAMO IN FRETTA PER DIMOSTRARE CHE ABBIAMO FATTO.

Immaginiamo che lungo la tratta ciclopedonale che da Montesiro porta a Villa Raverio ci sia a dividere un guard-rail: che obbrobrio, che bruttura ambientale! Le barriere di ferro hanno un effetto psicologico sull’automobilista: par di essere su un’autostrada, tutto è protetto e allora si sente erroneamente legittimato ad una velocità superiore alla solita. E che dire del danno che potrebbe subire il ciclista in allenamento se dovesse andare a sbattere contro una lamiera senza protezione?

Ciò è quanto si sta realizzando nella nostra comunità, paese che merita rispetto di valore paesistico, riconosciuto da molti come paese giardino.


Il sindaco afferma che il guard-rail è eterno, non richiederà manutenzione in futuro ed è anche speciale perché sarà rivestito da una protezione solo all’interno della ciclabile, fatta di una plastica speciale. Siamo sicuri che questo materiale non richiederà manutenzione nel tempo? Anche perché è fortemente sottoposto a fenomeni atmosferici. Chiedetelo ad un bimbo che se dovesse, passeggiando lungo la via, appoggiare la sua tenera manina all’esterno durante una giornata soleggiata, non resisterebbe solo un secondo dal tanto che scotta.


In realtà il guard-rail appare come una forma di protezione ormai superata, anche nel passato poco adottata nei nostri paesi brianzoli.


La cultura ambientalista non dovrebbe essere frettolosa (tranne piani urbanistici che se non si interviene opportunamente creano danni irreversibili) e non dovrebbe avere colore politico. Si sviluppa su un principio di continuità, o meglio di chi viene dopo di noi e che ci giudicherà sulla base di quello che visivamente abbiamo fatto, scordandosi delle posizioni politiche.


L’amministrazione avrebbe dovuto pensare a due tipi di scelte:

1) Non spendere denaro, liberando risorse su altro (anche se il comitato ritiene che qualsiasi spesa a protezione o in opere di tutela ambientale sia denaro ben speso), anche in termini di manutenzione, attraverso una semplice segnaletica stradale. Un esempio? Lo troviamo non lontano da qui, ai piedi di Montevecchia.

Un tratto di una bellezza unica, quanto la nostra via Jacini. Persino gli automobilisti, nel vedere i bambini lungo la via, rallentano visibilmente l’andatura.



2) Se invece si vuole investire ingenti somme di denaro, basti vedere la lunga ciclopedonabile in fase di realizzazione a Cernusco Lombardone: un manto rosso ben evidenziato che dall’alto scende lungo un avvallamento per poi risalire, transitando su un ponte appositamente costruito, così da evitare il rientro sulla strada, dando continuità lungo la salita (e pensare che l’amministrazione triuggese ha bocciato la prevista ciclopedonabile che avrebbe collegato i Fanfani con l’area Tassi).



Tutto questo accompagnato a lato da una struttura in legno che ben si integra con il territorio; stupendi invece, a livello visivo, i contenimenti a lato della ciclabile, un terrazzamento in pietra e grossi tronchi di legno.


E a chi è particolarmente attento non sfugge certo, nella parte opposta, una vecchia pista ciclabile di circa trenta anni fa proprio con guard-rail.


Noi cittadini di Triuggio riteniamo il nostro paese bello così come è. Penso che non servano opere particolari per renderlo ancora più bello. Quindi, la nostra proposta è quella meno costosa e duratura nel tempo: rimuovere il guard-rail, creare un semplice spartitraffico verde come del resto succede nelle molte piste ciclabili del nord Europa. Se poi i nostri amministratori amano così tanto il nostro territorio e vogliono portare quel valore aggiunto (oltre a quello che già offre gratuitamente) perché allora non creare delle collinette che richiamerebbero la morfologia del nostro territorio e che, posizionate tra la strada e la ciclopedonabile, fungerebbero da guard-rail naturale?


E ancora: se qualcuno volesse richiamare una storia persa, perché non piantumare Gelsi lungo la via, recuperando così anche il recente taglio di oltre cinquanta piante lungo la via Cagnola?


O forse è meglio, una volta tolto il guard-rail, non fare nulla. La corsia della pista ciclabile rimarrebbe integra e potremmo percorrerla gustandoci le bellezze di questo luogo e godendo dello spettacolo gratuito delle montagne lecchesi, le Grigne e il Resegone.

Terruzzi Angelo
Triuggio, 19.08.2017

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Da Il Cittadino di sabato 26 agosto 2017: